Sabato 14 Marzo 2020 – CASA NATALE
Baba Jaga presenta
“NATA DI MARZO”
Liberamente tratto dalla fiaba di Azzurrina
Spettacolo di teatro d’attore e narrazione
di e con Chiara Tabaroni
Scenografia: Bruno Fronteddu
Debutto giugno 2018
Festival Internazionale INCONTRI CON I NARRATORI DEL MONDO – Lublino
(Età consigliata: dai 10 anni ai 100…)
“…e aveva un segreto nel grembo, un dolce segreto che sarebbe nato tra esattamente nove mesi. Di gioia e attesa i suoi giorni, di pensieri e canti le sue notti… e quando il mare ruggiva più forte e minaccioso, cantava per quell’essere piccino che già sentiva di amare più di qualsiasi altra cosa. Nacque di marzo, esattamente un mese prima del previsto…“
Ci sono storie che percorrono strade nascoste per giungere al battito del cuore, e lì pulsare. Riconoscersi e disconoscersi allo stesso tempo. L’immaginario si apre in un Sud che sa di mare e terra battuta dal vento, e lì tra le mura di un castello nasce un giorno una bambina, bianca, bianchissima, come la neve, come il latte di capra, come l’alba luminosa…La bella castellana che ama i fiordalisi, la chiama Azzurrina. C’è qualcosa in fondo ad ogni uomo in grado di salvarlo, qualcosa che nei momenti peggiori fa trovare la forza per reagire e brillare ancora.
Una fiaba dai tratti antichi, in cui tra castelli, dame e cavalieri, riluce una speranza universale, raccontata con delicatezza, vibrazione di parole ed immagini evocate. Oltre la diversità, una storia sul meraviglioso potere del canto e del perdono, capace di parlare anche agli adulti, poiché le emozioni vibrano in ogni vita.
Sabato 19 Settembre 2020 – CASA SANTA
Gli Omini presentano
“L’ASTA DEL SANTO”
Un mercante in fiera sulle vite dei santi
Con Francesco Rotelli e Luca Zacchini
Disegni Luca Zacchini
Scritture Giulia Zacchini
L’Asta del Santo non è solo un gioco. Eppure non si può nemmeno dire sia uno spettacolo teatrale. Di certo c’è un mazzo di carte. E le vite dei santi. Un uomo solo di fronte alla folla. Un uomo che renderà Natale ogni giorno dell’anno. Che per la gente ha selezionato 52 santi tra i 4000 esistenti, per narrarne vita, gesta, miracoli e poi farne un gioco da tavola, o da bettola, o da teatro. Ogni Santo ha una sua storia di straordinarie avventure, sovrannaturali peripezie, impensabili morti, superpoteri. E sta dipinto su una carta. Ogni storia verrà raccontata per vendere tale carta al miglior offerente. Il gioco sta nel credere forte in uno o più Santi, comprarli, puntare su quelli per arrivare in finale e vincere uno dei tre premi in palio. I giocatori di turno avranno la fortuna di assistere al duro percorso di santificazione dell’uomo solo dinnanzi a loro. Questo percorso prevede la realizzazione live di alcuni miracoli e la distribuzione dei beni terreni. Una distribuzione iniqua, casuale, senza criterio, che porterà i giocatori ad avere forse centomila lire, forse mille. Con quei soldi (quanti siano dipende dal santo culo) si potranno comprare i Santi. Solo in tre vinceranno. Per gli altri sarà forse cocente la delusione, ma almeno sapranno a chi appellarsi in caso di cocenti delusioni.
Sabato 7 Novembre 2020 – CASA BARBABLU’
Principio Attivo Teatro
presenta
CASA BARBABLU’
da un progetto di Otto Marco Mercante
con Francesca Danese e Otto Marco Mercante
(adattamento site specific per l’altra fedora 2020 – Età consigliata dai 14 anni in su)
Assistente alla regia: Francesca Randazzo; Voce fuori campo: Fabrizio Pugliese; Consulenza audio: Leone Marco Bartolo; Consulenza di psicologia: Chiara Marangio; Tecnica: Fabio Zullino. Foto di Francesca Randazzo
“Sono rimasto molto colpito da alcuni fatti di cronaca che hanno visto donne come vittime, uccise dai loro partner che dicevano di amarle. Mi sono chiesto come sia possibile che un marito, un fidanzato, un amante possa arrivare a tanto. Mi sono interrogato esplorando l’archetipo di Barbablu, l’uomo che “divora” le donne dopo averle sposate. Ho voluto così sondare il rapporto di coppia, dall’amore che prima unisce, all’indifferenza e poi alla tragedia, per mostrare ciò che accade a molte donne, ma anche a qualche uomo, vittime di delitti maturati in famiglia, tra le mura domestiche. Ho voluto anche lasciare una componente immaginifica che corona la narrazione e si alterna, all’interno del racconto, per rimandare a visioni oniriche più profonde”.
Il tema affrontato nello spettacolo “Casa Barbablu” è quello della violenza domestica, del femminicidio, tematiche assurte molto spesso, purtroppo, alla cronaca giornalistica per la loro frequenza. Nell’affrontare il problema si è voluto analizzare le implicazioni potenzialmente letali in un rapporto di coppia malato. La dipendenza affettiva e lo squilibrio, che si manifestano a volte con una differenza sociale o culturale nella coppia, possono avere estreme conseguenze, arrivando alla violenza. Violenza che si può
manifestare in modo più fine e psicologico o portare ad una sopraffazione fisica vera e propria. Per affrontare la tematica si è scelto il mito di Barbablu, l’uomo che uccide le mogli per conservarle in uno stanzino del suo ricco palazzo. Più piani si intrecciano: da una parte la quotidianità di una relazione che man mano si degrada, poi un livello mitico della narrazione della fiaba di Perrault nella traduzione di Collodi e infine una visione onirica che manifesta le paure, le speranze, i desideri e le angosce dei due protagonisti.